Le sue radici affondano in un triste episodio di cronaca risalente al 2013 quando una ragazza piemontese di 14 anni, Carolina Picchio, si lanciò dalla finestra di casa a Novara dopo essere stata vittima di episodi di cyberbullismo lasciando di sé queste ultime parole: “Le parole fanno più male delle botte”. La tragedia non lasciò indifferente Elena Ferrara, ex docente della giovane vittima, che da quel momento cominciò a pensare che si dovesse fare qualcosa per questa vera e propria piaga sociale di fronte alla quale il mondo della scuola non può e non deve restare a guardare. Da qui è nata l’esigenza di una legge, che può essere considerata una vera e propria conquista sociale, uno strumento a tutela delle vittime, ma una legge che riguarda anche i bulli, e che va difesa da qualsiasi tentativo di stravolgimento, soprattutto per quel che concerne il ruolo importante delle istituzioni scolastiche. La legge ha preso in esame il mondo del web e quel rapporto che i giovani instaurano con quella dimensione virtuale che è ricca di tante potenzialità, ma anche di tanti pericoli, motivo per cui va precisato che il cyberbullismo non va considerato un bullismo trasportato sulla rete, ma qualcosa di più e di più ampio che ingloba anche il bullismo, ma che ha la sua forza nella rete ed è per questo, ad esempio, che situazioni come la reiterazione nel cyberbullismo non possono essere prese in considerazione perché è la rete stessa che reitera la condotta lesiva, come ha evidenziato la relatrice. Un’esposizione appassionata e coinvolgente che ha tenuto alta l’attenzione dei partecipanti ad un corso che dimostra l’attenzione mostrata dall’IISS Rosa Luxemburg nei confronti di una tematica delicata, per la quale bisogna fornire al corpo docente gli strumenti per fronteggiare eventuali situazioni che possono capitare. “La legge è per le vittime – ha detto la prof.ssa Ferrara – poiché mira ad agevolare la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale del minore diffuso in rete da parte dei gestori e qualora il soggetto richiesto non abbia provveduto alla cancellazione del contenuto, entro 24 ore, l’interessato può rivolgere richiesta al Garante per la protezione dei dati che provvede alla rimozione entro 48 ore. Nello stesso tempo è anche per i bulli poiché in assenza di querele o denunce per i reati di diffamazione, minaccia o trattamento illecito di dati, commessi online da minorenni di età superiore ai 14 anni contro altri minorenni, il questore convoca il minore, assieme a un genitore, per ammonirlo. Un provvedimento studiato nella logica di educare e responsabilizzare i giovani che anche solo inconsapevolmente si rendono attori di comportamenti penalmente perseguibili. L’ammonizione del Questore, a tal proposito, si è dimostrato uno strumento molto efficace”. Nel corso dell’incontro si è sottolineata l’importanza della formazione continua sia per il personale scolastico che per gli studenti stessi che andrebbero educati ad un uso consapevole della rete; In Piemonte, ad esempio, è in via di sperimentazione un vero e proprio “patentino” per l’uso dello smartphone, un’idea che potrebbe essere adottata anche in altre parti d’Italia magari partendo proprio dalla Puglia. Di certo, da quando la legge esiste, è aumentata anche la percentuale dei ragazzi che denunciano o che si schierano a favore delle vittime di cyberbullismo, segno inequivocabile che qualcosa è cambiato anche se la strada da percorrere è ancora molto lunga. Il corso di formazione, articolatosi in vari appuntamenti con la dott.ssa Guillermina Carnicina Di Vittorio psicologa e psicoterapeuta di orientamento psicoanalitico, iscritta all’Albo degli Psicologi della Regione Puglia, prevede ancora due incontri con il dott. Giuseppe Cassano, che relazionerà sulla prassi di riferimento che ha portato l’IISS Rosa Luxemburg alla certificazione, la seconda scuola in Italia, e la prima al Sud. L’istituto Rosa Luxemburg è fra i pochi in Italia ad adottare la Prassi di Riferimento UNI/PdR 42.2018 “ Prevenzione e contrasto del bullismo – Linee guida per il sistema di gestione per la scuola e le organizzazioni rivolte ad utenti minorenni”.